Circolo di Palazzolo Acreide
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CONTRODEDUZIONI ALLA RELAZIONE ANNUALE DEL SINDACO 2013/2014
La
relazione di un Sindaco, oggi annuale, è interpretata spesso solo come un atto formale, anche se
obbligatorio. Un testo
in bella copia da presentare in Consiglio, da pubblicare sul sito e, dopo
queste ed altre tappe di rito, da archiviare.
Viene
data l’opportunità al Consiglio di discuterla, analizzarla o contestarla, se si
vuole. Può diventare un momento di confronto. Tuttavia, spesso si tende a non replicare, a non
esaminarla, a non dare un contributo, che
tra l’altro non è espressamente richiesto.
La mia vuole essere una
lettura critica su quanto scritto ed operato e, nel contempo, da intendere come
contributo per un’attività amministrativa più confacente e legata alle reali
necessità della comunità amministrata; attività progettata, proiettata e
sviluppata in un arco di tempo più lungo (quello che si chiama programmazione),
non legata solo alle necessità dell’oggi o dell’immediato domani.
Ho voluto leggere
attentamente la sua prima relazione annuale, comparandola in alcuni punti con
il programma elettorale.
AGRICOLTURA,
ARTIGIANATO E COMMERCIO
Uno
dei punti cardini della propaganda elettorale è stato il mattatoio comunale,
chiamato anche frigo macello.
Una struttura
sovracomunale in completamento, si spera, nel nostro territorio.
Un
oggetto misterioso per questo Consiglio per tanti mesi, in quanto, per non
alimentare un evidente conflitto di interessi, si è persino negata la esistenza
nella sede comunale della documentazione relativa all’opera.
Difficile reperire in
questa sede alcuni documenti. Si è dovuto ricorrere all’Ente Provincia,
ritenuto Ente responsabile e non, come realmente è, ente attuatore.
Si
è cercato di sanare un evidente conflitto di interessi, con l’intervento
operoso del Segretario Comunale
che, rispondendo all’ANAC, scrive di aver sollecitato formalmente l’Assessore a
non mettersi in condizione di conflitto… per il futuro ovviamente, mentre
l’Autorità chiedeva quali iniziative avesse intrapreso il Comune per evitare
l’evidente conflitto, intendendo, ovviamente, a partire dalla data di
conferimento della delega.
Oggetto misterioso per
questo Consiglio, fatta eccezione per quanto emerso dalle polemiche di cui
siamo stati attori e testimoni.
Eppure, nella sua
relazione annuale del 2009/2010, testualmente dichiarava “siamo riusciti a fare appaltare all’U.R.E.G.A. i lavori per la
realizzazione del frigo-macello”.
L’essere
“riusciti a fare appaltare” ha il significato
di piena assunzione della responsabilità, contrariamente a quanto sin qui sostenuto, cioè la
responsabilità della Provincia, che per noi è solo l’ente attuatore.
Oggi parla apertamente del
frigo macello, con la stessa enfasi del passato.
È un argomento che può
entrare in questo Consiglio; se ne può discutere
serenamente. Se ne può parlare, una volta sanato il problema, di cui sopra, con artifizi d’esperienza e di potere
interno.
In
merito alla variante citata,
sig. Sindaco, avrebbe dovuto scrivere
che trattasi di una ennesima variante che, pur nell’ambito della
spesa generale, fa lievitare i costi per
nuove spese di progettazione e gestione dei lavori. È logica conseguenza
che quando si mette in opera un’altra idea si aggiungono nuovi costi.
Il
problema vero è che la scadenza della consegna di questa “manna caduta dal
cielo”, via via si allunga nel tempo. Doveva essere consegnato nel 2013,
in ultimo al 31 dicembre, in realtà si allungano ancora i tempi.
Mi auguro che l’opera
venga consegnata e ultimata a regola d’arte. Ma pare, a sentire chi ha avuto
l’occasione di entrare all’interno, che così in realtà non sia.
Si riferiscono
infiltrazioni d’acqua all’interno e una rifinitura non adeguata delle stalle i cui intonaci
sembrano a rischio di scioglimento al primo contatto con l’acqua. Sarebbe
opportuno che chi interessato intervenga in tempo.
Riferisce nella Sua, sig.
Sindaco, di ritardi nella redazione di atti amministrativi relativi
all’affidamento del servizio di gestione. Ritardi attribuiti al succedersi di
vari commissari a capo dell’ex provincia. Ed è un fatto grave che ad oggi non si sia provveduto ad individuare i
requisiti per la gestione.
Non
si può pensare ad una consegna dell’opera senza i titolari della gestione. La
struttura verrebbe smembrata in pochissimi giorni, senza adeguata custodia e
senza responsabilità precise.
Il
territorio, invero, si è mosso più velocemente del pubblico per
concretizzare la forma più idonea di gestione, in linea con le motivazioni
dell’ultima variante. Una gestione affidata certamente al privato; agli allevatori che si sono costituiti in
cooperativa o ad altri soggetti privati che si vorranno proporre.
Si
dovrà trovare una formula idonea che preveda anche l’intervento del pubblico,
attraverso cui è possibile recepire finanziamenti ministeriali e comunitari, finalizzati, ad esempio, a strutture
di sostegno del mattatoio, come un impianto a biomasse che alimenti
autonomamente la struttura, utilizzando scarti e reflui.
È
anche vero che è indispensabile nella gestione la presenza del territorio, degli allevatori in particolare, che
sono i soggetti titolati a svuotare le fosse settiche dalle acque reflue per
utilizzarle per fini di irrigazione e concimazione nei loro terreni.
Sarebbe,
finalmente, ora che questo Consiglio e l’Amministrazione Comunale prendessero
atto ufficialmente dell’esistenza del frigo macello e della sua importanza
vitale per il nostro territorio,
premendo affinché, nelle more di una auspicabile consegna per fine lavori, gli
atti amministrativi per la gestione vengano esitati da chi ha competenza ed
attuando ogni controllo per rendere alla comunità iblea un’opera efficiente e
non la, già vista, cattedrale nel deserto.
Per far questo, il
Consiglio è la sede ideale per dare e ricevere contributi utili alla
definizione del piano amministrativo/gestionale e per informare la nostra
comunità sulle grandi occasioni di sviluppo che un’opera del genere può
determinare in un territorio.
Dalla
Sua odierna sarebbe stato opportuno conoscere, ad esempio, nel settore agricoltura, che fine ha fatto, tra le altre citate nella seconda relazione
2009/2010, l’iniziativa “il mercato
degli agricoltori” messa in campo con l’Unione e l’interesse apparente delle
Amministrazioni, di cui per circa un ventennio lei è stata parte
importante, attinente la variazione territoriale, con relativo contenzioso avviato col Comune di Noto.
La sua amministrazione è
ancora disponibile a reggere il contenzioso e l’impegno, OVVERO farà cadere il
tutto nel dimenticatoio?
Per restare in tema di
artigianato e commercio, che fine ha
fatto il dialogo aperto, nel tempo, con le 50 imprese riunitesi sotto la
denominazione di Centro Commerciale Naturale Akrai o con le 20 del Consorzio dei ristoratori
Akrai? Quali percorsi di sviluppo ha realizzato l’Amministrazione per favorire
e sorreggere, nel tempo e in prospettiva, gli sforzi delle imprese tartassate sempre più da
tassazioni crescenti e dagli effetti della crisi? Queste organizzazioni
resistono ancora?
La sua odierna relazione è
come la vecchia citata, meno corposa invero. Il frutto di un obbligo, un
insieme di citazioni di quanto fatto o da fare. Nessuna programmazione di investimenti, anche a costo di sacrifici
iniziali. Sacrifici che i Palazzolesi sarebbero disposti a subire, se
condizionati a un futuro migliore per sé e per i propri figli.
AMBIENTE
Riferisce
in altro punto del costituendo ARO.
Servizio
importante perché si è realizzata una volontà di stare assieme e di lavorare
per il bene comune.
Un’occasione per realizzare e gestire un servizio in forma associativa fra i
vari Comuni del nostro territorio.
Purtroppo
l’attività sull’argomento gestione rifiuti si ferma lì.
L’ARO è sì un’occasione
importante, ma per sua struttura ha, a mio avviso, uno spazio di operatività
ristretto, definito solo per l’immediato futuro.
Non guarda in prospettiva.
Può risolvere, sempre se
sarà ben organizzato e gestito, i problemi di raccolta del presente e per
alcuni anni. Un ristretto numero di anni.
Sempre
se c’è volontà di farlo partire!
Non c’è, con esso, in
materia di rifiuti, una visione politica in prospettiva. Non c’è una visione
concreta, anche se iniziale, per una prospettiva di lungo termine.
Non si avvia politica dei Rifiuti Zero
portata avanti da altri Comuni più lungimiranti, che hanno interesse per l’economia e
la salute del territorio e che hanno capito come dai rifiuti può e deve nascere
ricchezza, avviando concrete opportunità, anche lavorative, legate al riuso, al
riciclaggio dei vari rifiuti e all’uso in agricoltura dell’umido.
Questo
Comune è costretto a pagare e a far pagare profumatamente lo smaltimento,
gravando su tutti i cittadini, ovviamente non morosi, per gli effetti di questa
scelta unica senza programmazione a lungo termine.
Grave, se si pensa alla
gestione della differenziata (cartoni, materiali pregiati quali alluminio e
plastica).
Quelle
che dovrebbero essere fonti di introito, non passano dalla lettura attenta del
bilancio. Sono
racchiuse in oscure convenzioni ed accordi rinnovati a scadenze semestrali.
Impensabile che da tanta potenziale ricchezza il Comune non tragga giovamento,
ma solo una compensazione dei costi. Il
guadagno, incontrollato nei limiti, è della sola ditta convenzionata. Si continua a perpetrare, anche se in forma
associata, una FORMA ANTIQUATA DI BARATTO.
Il Comune di Zafferana
Etnea, Comune sotto i 10mila abitanti, da notizia appresa appena lunedì scorso
da tv regionali, si è attestato sul 70% di differenziata, determinando un
indotto occupazionale rilevante e un ritorno economico per le casse comunali,
tramite il quale, l’Amministrazione ha proceduto ad una rivisitazione di quella
politica impositiva che, ha trovato spazio in Comuni come il nostro, in maniera
quasi esclusiva.
Parliamo, anche, della
politica dei “Rifiuti Zero”, quella che alcuni Comuni hanno intrapreso
raggiungendo percentuali anche superiori al 70% di differenziata, in anticipo
sui tempi, rispetto alla scadenza del 2020.
Per
Lei, Sindaco, la politica dei Rifiuti Zero è servita da passerella elettorale,
organizzata da alcuni suoi amici, - finti oppositori - con un apposito e
strumentale convegno.
Non ha mancato nell’occasione di assentire al progetto “Rifiuti Zero”. Poi il
silenzio. Oggi l’ARO che, ripeto, è una buona soluzione per l’oggi, ma non pienamente
accettabile come soluzione definitiva e futura.
Il
mio è un intervento di critica, ma vuole essere, soprattutto, un invito e uno
stimolo a recepire la politica “Rifiuti Zero”, con una delibera di Giunta che
esprima almeno la volontà di perseguire l’obiettivo e che avvii un percorso in cui si
cominci a parlare il meno possibile di discariche e di differenziata in
funzione di interessi privati. L’esempio di Zafferana non può non destare,
almeno, una riflessione sul tema.
Considerato
quanto l’Amministrazione si mostra solerte nel favorire gemellaggi con altri
Comuni, se ne organizzi uno con Zafferana Etnea. Un
gemellaggio finalizzato, aperto anche ad altri interessi; si invitino, nelle
more, i suoi virtuosi amministratori in questa sede per conoscere come è
avvenuto il miracolo.
Insistere
sul conferimento prevalentemente in discarica, è dichiararsi vittima del
sistema in voga oggi in Sicilia, fonte di elevati guadagni, ma il persistere,
senza orientarsi diversamente, può essere inteso come connivenza ai forti
interessi legati ai rifiuti e alle discariche, anche in assenza di un’adeguata normativa regionale.
Capisco che detta
normativa regionale e l’operato in materia del Governo Regionale, di fatto,
sono una difesa dell’attuale mercato dei rifiuti e degli affari che su essi si
realizzano, ma un po’ di coraggio non guasta per difendere le idee ed i buoni
progetti per un futuro economicamente migliore.
Per
inciso, la sua relazione, tutta indirizzata a quanto di buono fatto, è carente
di informazioni complete ad esempio sulla discarica di Timpa di Corvo.
Avrebbe
dovuto comunicare nella sua relazione quali sono i problemi legati alla
discarica di Timpa di Corvo, sottoposta recentemente a controllo ispettivo; avrebbe dovuto scrivere quali
risposte ha dato il Comune a fronte di precisi rilievi, prescrizioni e
contestazioni.
È un argomento
delicatissimo, che avrebbe meritato maggiore attenzione, anche per evitare
sospetti di mancato controllo e di carente gestione.
Era
auspicabile inserire nella relazione le parti positive ma anche quelle
problematiche per una gestione comune nell’interesse pubblico.
Randagismo
Bene
la sterilizzazione e il censimento dei randagi. Mi chiedo se siano in
previsione altri generi di censimento, altre misure e se, intanto, esiste un
piano di censimento.
Se si è pensato, ad
esempio, ad una mappatura territoriale di Palazzolo, che coinvolga anche i
territori extraurbani, in cui, a seguito di apposita ordinanza, si possa
procedere ai dovuti controlli. Se sono stati risolti i problemi, precedentemente
segnalati, nel quartiere Lenza.
Ed ancora, se il Comune si è attivato per le adozioni
a distanza, dando seguito ad una disposizione del Prefetto del 2010, che
invitava i comuni ad attrezzarsi in tal senso, prevedendo anche il trasferimento
presso altri rifugi.
Mi chiedo come mai il
Comune, a differenza di come avviene in altri comuni, non ha pensato di
delegare le suddette azioni a qualcuna delle associazioni con cui abitualmente
collabora.
POLITICHE
ENERGETICHE
Bene
qualsiasi iniziativa che veda il territorio e i suoi Comuni pianificare e
realizzare assieme progetti ed iniziative da cui possono scaturire risparmi per
le casse comunali.
Tali sono l’ATS Obiettivo Zero e il PAES di cui si discute in questi giorni.
C’è da capire bene il perché delle forti differenze relative ai consumi tra
Comune e Comune. Bene i finanziamenti statali e regionali che potranno
risolvere i problemi energetici delle scuole e degli impianti sportivi.
Occorre
avere un piano completo che partendo dai consumi a carico delle casse comunali
definisca i punti di criticità su cui incidere per un piano di serio risparmio.
LAVORI
PUBBLICI, URBANISTICA, PROTEZIONE CIVILE E VIABILITÀ
Lavori
Pubblici
UN
ARGOMENTO, tralasciato nella sua relazione, così come altri di importanza vitale per il paese, è il completamento della rete di
metanizzazione ed il servizio a tutta l’utenza richiedente.
Argomento tabù! Quasi
archiviato da questa Amministrazione.
Il
Comune ha sottoscritto una convenzione/contratto con la società che ha
realizzato il servizio.
Ha ceduto, ritengo gratuitamente, il suolo pubblico, ma non chiede conto degli impegni assunti dalla stessa, puntualmente e
da tempo DISATTESI e non rispettati.
Trascura, per soddisfare
gli utenti richiedenti, l’obbligo di sollecitare e costringere, se il caso, e
lo è, la ditta ad investire con i guadagni e gli impegni di impresa.
Non
si devono costringere i cittadini a realizzare lavori in proprio per consentire
l’allaccio alla rete, pagando di tasca propria per lavori di competenza della
ditta. Si mette in opera un potenziale mercato sotterraneo. Ed è su questo che
la invito a vigilare e ad intervenire.
Obblighi
la ditta al rispetto degli impegni sottoscritti.
Sig. Sindaco la invito a
rileggere la convenzione e a far valer i diritti dei cittadini che lei
rappresenta.
È
superfluo aggiungere che il maggiore danno lo subiscono le aziende e le imprese
non servite, gravate sempre più dalle spese di bollette elettriche.
Occorre disporre solleciti
e termini ultimativi per la ditta concessionaria.
Nell’ambito dei LL.PP. non
si ha più riscontro dei progetto relativo alla ripavimentazione piazza S.
Michele e via Carlo Alberto (900mila euro).
Non si hanno notizie certe
del Piano Particolareggiato e di quel progetto relativo al rilascio della
concessione edilizia per la realizzazione di un complesso turistico con annesso
campo da golf in contrada Bibbia, legato a una famosa e importante società (Elemata). Tutte opere di cui ha dato
annuncio nelle sue relazioni annuali.
A
riguardo del Palazzetto dello Sport,
inaugurato, tempestivamente e forse troppo in fretta, a conclusione del suo
precedente mandato, in prossimità della campagna elettorale del 2013, sorgono alcuni interrogativi.
Mi
chiedo se l’opera,
già affidata alle organizzazioni sportive del territorio che, a quanto pare,
hanno provveduto, di tasca propria, all’acquisto delle attrezzature mancanti, ha finalmente ricevuto i dovuti collaudi
degli impianti elettrico, antincendio e per tutto ciò che concerne la sicurezza
e la tutela di utenti, spettatori e delle società stesse.
Urbanistica
Occorre,
a tutela del territorio e del patrimonio abitativo, iniziare a pensare alla
costituzione dell’Unità/nucleo antiabusivismo, approfittando della
disponibilità espressa dai Comuni dell’Unione, anche da quelli che già avevano deliberato in merito.
È necessario un atto
comune e condiviso, a tutela di tutto il territorio amministrato.
Sig. Sindaco, accanto alle
iniziative che ha citato, è necessario
porre idonei strumenti di controllo e di tutela della unicità del nostro
territorio. È da tempo che insistiamo sul tema. Non per capriccio, ma per
necessità. Sono insufficienti gli
strumenti attuali.
Altro punto che scaturisce
dagli ultimi eventi e che attiene ai LL.PP. e Urbanistica è la situazione che
si è venuta a creare nella notte di fine anno.
Una
forte nevicata ha bloccato strade del paese ed in particolare via Colleorbo,
nel punto dove questa Amministrazione
ha allocato il PTA. Confermo allocato,
per sua forte responsabilità, grazie a proprie autorizzazioni, nonché
grazie al silenzio, su quella che appare la meno idonea delle soluzioni per una
struttura sanitaria adibita a pubblico servizio.
C’è da chiedersi per quale
motivo questo paese debba continuare a soffrire per scelte inappropriate, per
non dire interessate; c’è da chiedersi, ancora oggi, alla luce di quanto
successo, a causa di un semplice evento atmosferico, quali interessi ha difeso
il consenso su questa allocazione assurda.
Nell’occasione
abbiamo chiesto, come Gruppo, la costituzione di una Commissione di inchiesta
su quanto operato e di pertinenza comunale. Rinnovo e rinnoveremo questa
richiesta nelle forme previste.
Alla critica associo una
proposta, con la speranza che si trovino le risorse necessarie, ricavandole, se
necessario, dalle tante spese inutili, a volte clientelari (es. contributi ad
improbabili associazioni “Museo”).
La
proposta. Esistono sul mercato dei meccanismi atti a
registrare la temperatura esterna ed in condizione di inibire o limitare il
traffico veicolare al raggiungimento di una bassa temperatura fonte di
potenziale ghiaccio o neve. È il caso di Colleorbo dove hanno sede i
servizi resi dal PTA.
Protezione
Civile
Bene
che un settore così importante goda del sostegno dell’Amministrazione e di
iniziative che aumentino la qualità del servizio di protezione.
Occorre tuttavia,
per mantenere condizioni consone al servizio da realizzare, senza frapporre
ulteriori tentennamenti e ritardi, un
Piano della viabilità serio e concreto, non solo parole e promesse. È da
tantissimo tempo che non si interviene in merito. Le premialità di cui godono
alcuni uffici e i loro dirigenti siano vincolate alla realizzazione di
obiettivi certi, di progetti concreti e realizzati, non teorici e di volta in
volta proiettati in un futuro sempre flessibile, in difetto.
L’assenza
di un piano della viabilità può pregiudicare ogni intervento di protezione
civile, delle ambulanze e del pronto soccorso in genere.
Il persistere di una
carenza ha precise responsabilità, anche se dovesse trattarsi di mancata
assistenza per una sola persona. Non può
essere sopportata tanta leggerezza!
Vigili, sig. Sindaco,
sulle proposte e sulla realizzazione di progetti che, alla prova pratica, non
funzionano, nemmeno per breve tempo.
È il caso dei dissuasori
di transito posti sul corso Vittorio Emanuele e in via Duca d’Aosta.
Qual
è, mi chiedo e le chiedo, il senso di una spesa di cui nessuno ha
visto i risultati, se non quello di avere assecondato il capriccio di
qualche “navigatore internettiano”, felice di aver fatto una bella scoperta? Il
risultato è quello che tali strumenti di
supposta grande tecnologia puntualmente vengono coperti e sostituiti
dalle vecchie e sempre funzionali transenne. Non c’era bisogno di questa
spesa, in ogni caso rilevante, visti i risultati e considerati i tempi di
crisi.
Lei, Sindaco, si era
impegnato, in una seduta del Consiglio, a renderli funzionanti e funzionali (si
aspettavano - disse - le telecamere,
ecc.)
Dimentichiamo la promessa,
una delle tanti non attuate (es. recinzione terreni privati confinanti con
strade pubbliche), ma almeno riferisca, in questa sede, in piena verità, su chi
ha presentato il progetto, quanto si è speso per la progettazione, per
l’impianto, per eventuali tentativi di riparazione, per il collaudo. Interventi
tutti per ottenere il nulla. Il nulla e per di più pagato e, possibilmente
strapagato, premialità comprese.
Resta da chiedersi come
siano possibili errori di questa portata senza commenti ed interventi da parte
dell’Amministrazione.
Se vuole, ripeto, dica
quanto è costato ai cittadini il soddisfare il desiderio di chi ha avuto la
bella pensata di proporli e di impiantarli.
Viabilità
Siamo
ancora alle premesse per la realizzazione del piano di viabilità. Bene. Finalmente! Speriamo che sia la volta buona.
Ovviamente
se trattasi di un progetto in cui siano indicati i tempi di definizione, con
inizio e fine dell’iter di completamento. Altrimenti siamo alle solite. Parole,
promesse ed impegni disattesi.
Lei, Sindaco, fra le
altre, ha anche questa grande responsabilità: quella di far sì che il Piano
della viabilità sia esitato in tempi brevi, soprattutto perché fondamentale,
come detto, ad eventuali e, sempre scongiurabili, interventi di Protezione Civile.
Senza
un piano della viabilità del centro abitato non può trovare piena applicazione
il Piano comunale di Protezione Civile.
Sulla
S.P. 23 Palazzolo – Giarratana, altro argomento
evidenziato nella sua, è da tempo ormai
incalcolabile che si continua a prospettare il regolare rispristino della
viabilità. Si è
individuato il Dipartimento Reg.le della Protezione civile come soggetto
responsabile, titolato a gestire i fondi europei della programmazione 2007/2013.
È la speranza. Non so
sinceramente come si possano spendere soldi di una programmazione scaduta.
Probabilmente è possibile farlo, in un mondo in continuo ritardo, in cui la
prevenzione è un optional.
Sulle azioni clamorose di
protesta, assieme ai residenti e agli agricoltori della zona interessata, non
c’è nulla da aspettare. Decida il giorno
quando indossare la fascia. Personalmente la seguirò, con la Giunta, con i
consiglieri disponibili e con quanti interessati per un presidio sul posto.
Non so quali altri fatti eclatanti abbia in mente, se non un intervento diretto
ed immediato.
Invero la sua
disponibilità, per il rilievo che la carica Le conferisce, non può restare
inascoltata o soltanto sulla carta.
Approfittiamone per
l’interesse comune.
BILANCIO,
FINANZE E TRIBUTI
Si
potrebbe liquidare il punto riaffermando quanto sostenuto dal Gruppo di
opposizione in un manifesto di qualche mese fa. Imposizioni e tributi ai massimi
livelli con il fine – dichiarato nella sua relazione – di “continuare a consentire il pagamento, puntualmente, degli stipendi ai dipendenti ed i mutui alla
Cassa Depositi e Prestiti, di assicurare i servizi primari e di realizzare le
attività tradizionali…”.
Troppo poco, anche se
importante. Non c’è una percentuale,
benché minima, destinata o che possa far pensare ad investimenti tendenti allo
sviluppo ed all’occupazione. Nemmeno elementi quantomeno funzionali al
mantenimento della occupazione stessa.
Si
è realizzata, a leggerla, solo una gestione ordinaria, che non ha bisogno della politica e
di un’Amministrazione. Ripeto: che non
ha bisogno della politica e di un’Amministrazione!
Per
quello che lei ha indicato e dice di aver realizzato, bastano dei buoni
tecnici, di cui, tra l’altro, il Comune indubbiamente dispone. Anzi può vantare ottimi tecnici, in
particolare, nel settore finanziario.
E poi, nel merito, non è la prima volta che scrive o lamenta
di non meglio definite difficoltà determinate da tagli dello Stato/Governo
Nazionale e da ritardi nel trasferimento di risorse anche da parte della
Regione.
Entrambi, guarda caso,
guidati da Presidenti, esponenti di grido della stessa parte politica. Farebbe
pensare ad una sua avversione, di natura politica, nei confronti dei due
massimi rappresentanti, nazionale e regionale, e dell’area politica dagli
stessi rappresentata.
Non so come lo possano
consentire i rappresentanti presenti in questo Consiglio, senza invitarla a
verificare, eventuali, per me certe, responsabilità locali della sua
Amministrazione.
Non
parla mai del livello locale, dà la responsabilità delle inefficienze e delle
difficoltà solo allo Stato e alla Regione. Un minimo di autocritica le farebbe
certamente bene.
Se la colpa è
attribuibile, esclusivamente, ai tagli o ai ritardi, anche gli altri Comuni di
dimensioni simili a Palazzolo sarebbero nelle stesse condizioni.
Esistono
Comuni che stanno peggio,
vicini al tracollo (es. Avola), Comuni
come Palazzolo che si lamentano sempre e, via via Comuni, invece, virtuosi, che tendono a ridurre le imposizioni fino ad
eliminarle, in alcuni casi. Ho citato un caso, precedentemente.
Non
ha mai attribuito le difficoltà ad errori di gestione interna. Ammissione, se
fatta, da non contestare per sé stessa. Ammettere qualche errore non sarebbe
una tragedia. L’importante è riprendere la corsa sui binari.
Dà l’impressione, sig.
Sindaco, che la sua Amministrazione conti essenzialmente sui trasferimenti dei
fondi statali e regionali, su qualche opportunità offerta da risorse europee,
ma non su una progettazione seria e su investimenti finalizzati allo sviluppo.
Così è costretto ad
esprimere e confermare le difficoltà al primo ritardo.
Nessuna
iniziativa, nel contempo, per creare dei sistemi di compensazione che possano
attenuare, nelle more, gli effetti dei ritardi o dei tagli, tramite reperimento
di risorse alternative derivanti dalla valorizzazione delle ricchezze del
territorio.
SERVIZI
SOCIALI
La
sua vecchia relazione era testimonianza di un pullulare di interventi. Quella
odierna è più scarna e meno entusiasmante.
L’area
dei servizi sociali è,
invero, tra le più colpite dalla
politica dei tagli lineari. I più
deboli sono diventati sempre più dei numeri, indipendentemente dalle loro
condizioni e dai loro bisogni. Sono costretti a fare i conti con i numeri.
Rappresenta, nella Sua, le
difficoltà nel rendere il servizio di assistenza ai richiedenti. Certamente difficile mantenere gli standard
del passato per i citati tagli o mancati trasferimenti. Ma si può dare un forte sostegno al settore
assistenza e disabilità con una progettazione diretta all’utilizzo dei fondi
disponibili, in particolare a livello europeo.
Per creare nuovi servizi,
ma soprattutto strutture di accoglienza e programmi di accesso, fra gli altri,
alle strutture comunali. Ripensare ed
attuare la proposta del “dopo di noi” per i diversamente abili, rendere
accessibili gli uffici comunali, ad es. gli uffici della Polizia Municipale,
che non godono di scivoli o pedane idonei all’accesso.
Ho approfondito il tema. Anni
fa si è provveduto al rifacimento della piazza antistante; si restrinse via Nazionale
nel suo imbocco alla piazza creando delle piazzole più ampie dei marciapiedi,
utilizzate prevalentemente per fini privati; si promisero accessi per i
disabili al Comando della P.M.
Ecco,
comprendo le difficoltà nel fornire i servizi ai più deboli, ma sono convinto
che con più attenzione e con poca spesa il servizio appena citato può essere
dato.
La
sua precedente Amministrazione, in tema servizi, lasciò cadere un progetto
SPRAR per i richiedenti asilo e rifugiati politici. Un finanziamento rilevante del
Ministero non fu utilizzato dal nostro Comune. Sui motivi stendiamo un velo pietoso. Ora fra i cittadini c’è il
sospetto e il timore che possa essere il
privato a gestire l’accoglienza, adattando strutture non idonee con procedure
del tipo di quelle utilizzate per il PTA.
CANTIERI
L’unica
fonte di lavoro,
certa, in questo paese, è costituita dai
cantieri, che in molti casi sono finanziati dalla Regione e quindi soggetti
a ritardi nei finanziamenti. Poca cosa
per ritenere di perseguire una politica del lavoro e per il lavoro.
POLITICHE
GIOVANILI
Riguardo alla ex Consulta
per le Politiche Giovanili, si conferma quanto rilevato in altre sedi.
Probabilmente
l’organo ha risentito di un mancato ricambio generazionale, dovuto all’uscita di alcuni
componenti per ragioni personali, di studio, di lavoro o per raggiunti limiti
di età.
A
ciò va sicuramente aggiunta la progressiva scomparsa delle rappresentanze
associative, parrocchiali e scolastiche, chiamate, in origine, all’apporto di contributi, spesso
decisivi, sia ai fini della propositività, che della partecipazione.
Risconosco, eppure, il merito, agli organi della
ex Consulta per le Politiche Giovanili ed alle associazioni che con essa hanno
fittamente collaborato, quali ad esempio la rete associativa Giosef, di essere
riusciti ugualmente a realizzare progetti, spesso eccellenti nella qualità e
nel coinvolgimento di giovani e giovanissimi del territorio, riuscendo a
sfruttare sia le esigue risorse disponibili, sia i contributi a tema
dell’Unione Europea, anche meglio degli stessi Amministratori.
Auspico, come già detto in
precedenza, che la neo istituita Consulta dei Giovani, possa segnare un nuovo
inizio per la partecipazione e l’attivismo giovanile del nostro territorio.
Tuttavia, è necessario far
notare, che le Politiche Giovanili non
possono essere concepite esclusivamente come “in delega” alla Consulta.
Dal
Suo intervento,
infatti, mancano del tutto le iniziative
proprie della stessa Amministrazione, che prevede, all’interno della sua
Giunta, proprio la delega sul tema, che, per forza di cose, non può certo
essere conferita ai vari Presidenti pro-tempore della Consulta stessa.
TURISMO
E BENI CULTURALI
Turismo
Sul Turismo e Beni
Culturali vale quanto già riferito in altre occasioni e, in questo stesso
documento, su altri temi.
L’assenza
di programmazione seria si fa sempre sentire e probabilmente influisce anche
nella ripartizione dei costi per i vari eventi, con le risorse limitate di cui il
Comune, notoriamente, dispone.
Ribadisco, ancora una
volta, il concetto che una
programmazione seria, almeno di base, va
intrapresa anticipando almeno di un anno gli eventi stessi, al fine di
poterli realizzare al dettaglio, consentendo pure la ricerca e il sollecito di
ulteriori finanziamenti per le singole manifestazioni.
Per
un Comune che vuole valorizzare
(a sentire i giornali) la propria
vocazione turistica, non si può pensare ad una programmazione dell’ultimo
minuto, con programmi natalizi in uscita il 20 dicembre e con quelli estivi
da fine luglio, includenti tra l’altro manifestazioni già avvenute, nonché le
feste religiose che, per fortuna, non sono realmente programmate e gestite dal
Comune
I
cittadini, da anni, ormai sono coscienti dei bluff che viene inseriti ad ogni
programmazione!
Si
inseriscono gli eventi pregressi, per far numero, e anche quelli al di fuori
del periodo considerato.
Si inseriscono, appunto, anche le festività religiose che, pur
ricevendo dal Comune solo un piccolo contributo, godono di un’organizzazione degna, autonoma e a lungo termine, a
differenza di quella comunale. Le feste religiose sono il frutto del
sacrificio e della passione dei rispettivi comitati. Per fortuna, c’è da
aggiungere…
Al netto dei bluff i risultati
sono alquanto scarni e spesso risentono del “rattoppo” dell’ultim’ora.
Inoltre, si registra sempre il solito modus
operandi, con iniziative e progetti spesso dovuti più alle necessità di chi le
propone che ad una idea o linea programmatica dell’Amministrazione.
L’ultimo
esempio è il Natale 2014,
di cui si è già ampiamente discusso, in
cui si è preferito l’affidamento a due associazioni concorrenti di un progetto
analogo, piuttosto che spingerle ad un'unica e più imponente manifestazione.
Nessuno ha pensato a riunire i progetti. Cosa fattibile se attuata nell’ambito
di una programmazione a lungo tempo, non last minute.
Nessuno ha osato smuovere
i campanilismi. Inciderebbe sul consenso. Meglio
dividere che unire. Semplicemente: incapacità di far politica! Per
realizzare quello che si è fatto, come detto, bastavano i responsabili tecnici
del Comune e l’iniziativa di cittadini volenterosi, anche se, purtroppo,
condannati a restare divisi.
L’Amministratore
non agisce con quel criterio del “buon padre di famiglia”, che dovrebbe essere
il riferimento di ogni Comune virtuoso, con l’ottimizzazione delle risorse ed
in parallelo, la ricerca di un risultato qualitativamente il più alto
possibile.
Ad esempio, una parte delle risorse che
l’Amministrazione elargisce generosamente e per noi, inopportunamente, potrebbe
essere destinato per dotare Palazzolo Acreide di materiale informativo degno
del suo nome, in sostituzione delle fotocopie sbiadite che si ha il
coraggio di dare ai turisti.
Perché se si vuole “investire sulla vocazione
turistica” è necessario partire dai fondamentali, ovvero dal modo in cui questo
paese viene presentato ai visitatori e dal modo in cui li si accoglie.
Ometto, volutamente, di
citare l’Agrimontana, pur riconoscendo l’ottimo risultato di quest’ultima,
dovuta anche alla fitta collaborazione tra le parti coinvolte e ad una
condizione climatica più che favorevole.
Così come voglio, per il
momento, tralasciare il Carnevale, la più importante manifestazione cittadina
al netto delle feste religiose, non senza rilevare un atteggiamento, da parte
amministrativa, volto più a tentare di salvare il salvabile e con tutti i mezzi
possibili, piuttosto che a riflettere su un profondo recupero delle tradizioni
e della qualità della manifestazione in sé. Ci saranno presto altre occasioni
per approfondire.
Beni
Culturali
Di certo, accolgo con gioia l’apertura del Museo
Archeologico “Gabriele Judica” (questa
l’attribuzione risultante dalle didascalie interne ad esso), atteso, come
scritto nella relazione, da una cinquantina d’anni, che si aggiunge all’altro
Museo regionale di cui è dotata la nostra comunità, la Casa Museo di Antonino Uccello, e all’area archeologica di Akrai, come fenomeno importante di
attrattiva per la nostra cittadina.
Per una volta tanto, si tratta di un beneficio che la nostra
comunità riceve grazie alla Regione, di cui l’intera Amministrazione fa
bene a rallegrarsi, un po’ meno ad intestarsene, eventualmente, la paternità.
Auspico
che le risorse culturali presenti possano essere valorizzate al meglio.
Ad esempio, colgo
l’occasione per chiedere all’Amministrazione di sollecitare, anche a riscontro
di quanto dichiarato durante l’inaugurazione dall’Assessore Regionale, una
migliore fruizione dei siti regionali, magari privilegiando i fine settimana e
i giorni festivi, in contrasto all’attuale apertura part-time, che costringe
parecchi visitatori, arrivati nella fascia oraria sbagliata, a tornare a casa
senza aver visto nulla.
L’auspicio è che questa Amministrazione,
pur “incolore”, voglia andare a “battere i pugni” dove serve, per valorizzare
al meglio il proprio patrimonio culturale.
Nello
stesso tempo mi auguro un ritorno alla ragione da parte degli Amministratori
che frettolosamente, all’inizio dello scorso anno, hanno approvato le
lottizzazioni nelle aree adiacenti l’area archeologica.
I
Beni Culturali sono un patrimonio di tutta la comunità, una possibile fonte di
ricchezza, che non merita di essere svenduto per cementificazioni legate a meri
interessi clientelari.
Ben vengano tutti i
riconoscimenti che questa comunità continua a ricevere, dal marchio UNESCO
all’ammissione nell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, a patto che si
voglia davvero trasformarli nel fulcro di una effettiva promozione del
territorio e della sua tutela sul piano ambientale ed edilizio.
Nella
relazione si cita anche il Festival Internazionale del Teatro Classico dei
Giovani. Si tratta di
una manifestazione che dovrebbe, già da sola, dar lustro alla nostra comunità,
unitamente ad un forte introito economico, nata dalla lungimiranza di
un’Amministrazione che non gode probabilmente di grande considerazione da parte
della attuale maggioranza, di quelle precedenti e di ambienti politici che si
sentono vicini a questa Amministrazione.
Eppure ogni anno si assiste ad una manifestazione
con funzioni esclusivamente “di supporto” a quella del capoluogo siracusano.
Giovani, da tutto il mondo, ma anche dalla nostra comunità, che dopo mesi di
preparazione e sacrificio si trovano ad esibirsi di fronte a spettatori
immobili: le pietre, che non sentono, non ascoltano e non li possono certo
apprezzare.
Gli studenti restano per
una “toccata e fuga”, sottratti dall’ente organizzatore e gestore del Festival,
e dirottati a Siracusa.
Spesso
la presenza, al di fuori del Teatro, di questo evento internazionale è
impalpabile e anche deprimente, vista anche l’incapacità amministrativa di
corredarlo con l’organizzazione di manifestazioni collaterali, corollario ed
attrattiva in costanza dell’evento.
Non menziono volutamente, il,
da lei, citato Museo dei Viaggiatori in Sicilia, la cui effettiva utilità, tra
costi e ricavi, per questo ente, è ancora tutta da dimostrare ed anzi, lascia
pensare, ad un mantenimento per esclusive finalità clientelari, legate ad
accordi passati.
Le
ricordo, invece, che nel territorio palazzolese esiste anche un altro museo, il
Museo dell’Informatica Funzionante, conosciuto anche all’estero per la sua
quasi unicità, ma ignorato da parte della cittadinanza, Amministrazione in primis,
che non ha mai pensato di citarlo nemmeno nella cartellonistica.
Oggi la prospettiva per
questa struttura, sostenuta solo grazie al volontariato, è quella di emigrare
presso città e luoghi più accoglienti, privando il nostro territorio di
un’importante risorsa culturale e formativa.
CONCLUSIONI
Il
filo conduttore di un anno (e mezzo) di attività amministrativa è quello che è
risultato oggetto di ripetute e frequenti contestazioni.
L’attività
amministrativa, salvo
qualche casualità, ha trovato fondamento
essenzialmente sull’improvvisazione in gran parte dei settori chiave, quali
quello del sociale, ma anche in quelli su cui l’economia del territorio
dovrebbe basarsi per risollevarsi, ovvero l’agricoltura, il commercio, il
turismo e i beni culturali. In altri è
quasi impalpabile, vedasi le politiche giovanili.
Spesso
l’Amministrazione vanta come suoi risultati acquisiti, opere
o progetti di pertinenza esterna, come nel caso del Museo Archeologico o
del costruendo Frigo Macello.
Attribuisce
la propria incapacità operativa ai ritardi nell’erogazione di fondi da parte
degli enti superiori, nascondendo l’inoperatività locale nello studio e nella
realizzazione di progetti finalizzati all’autosostentamento, anche parziale.
Frequente
è la prevalenza della logica clientelare, rispetto a quella collettiva, e di
ciò, indubbiamente, risente anche la distribuzione delle varie risorse.
I
disagi delle imprese locali, spesso vittime dell’inoperosità amministrativa (vedasi metanizzazione), le loro difficoltà, non vengono nemmeno
citate.
Non
c’è spazio neppure per l’imprenditoria giovanile, verso la quale, non si pensa nemmeno
di ipotizzare una sorta di agevolazioni fiscali, per favorirne l’avvio e la crescita, ma soprattutto, per trattenere quei giovani che sognano un futuro nel nostro territorio.
Quando
si sceglie di amministrare improvvisando, pensando più all’interesse
particolare, a tener buoni i portatori d’acqua, all’interesse di pochi
piuttosto che a quello della collettività, la prospettiva per una comunità, già
in crisi profonda per fattori esterni, non può certo dirsi esaltante.
Palazzolo
Acreide, 22 gennaio 2015
Fabio Fancello
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