venerdì 23 gennaio 2015

Controdeduzioni alla Relazione Annuale del Sindaco 2013/2014 (dal Consiglio Comunale del 22 gennaio 2015)


Circolo di Palazzolo Acreide
Via Pietro Messina 24
selpalazzolo@alice.it
CONTRODEDUZIONI ALLA RELAZIONE ANNUALE DEL SINDACO 2013/2014
La relazione di un Sindaco, oggi annuale, è interpretata spesso solo come un atto formale, anche se obbligatorio. Un testo in bella copia da presentare in Consiglio, da pubblicare sul sito e, dopo queste ed altre tappe di rito, da archiviare.
Viene data l’opportunità al Consiglio di discuterla, analizzarla o contestarla, se si vuole. Può diventare un momento di confronto. Tuttavia, spesso si tende a non replicare, a non esaminarla, a non dare un contributo, che tra l’altro non è espressamente richiesto.
La mia vuole essere una lettura critica su quanto scritto ed operato e, nel contempo, da intendere come contributo per un’attività amministrativa più confacente e legata alle reali necessità della comunità amministrata; attività progettata, proiettata e sviluppata in un arco di tempo più lungo (quello che si chiama programmazione), non legata solo alle necessità dell’oggi o dell’immediato domani.
Ho voluto leggere attentamente la sua prima relazione annuale, comparandola in alcuni punti con il programma elettorale.
AGRICOLTURA, ARTIGIANATO E COMMERCIO
Uno dei punti cardini della propaganda elettorale è stato il mattatoio comunale, chiamato anche frigo macello.
Una struttura sovracomunale in completamento, si spera, nel nostro territorio.
Un oggetto misterioso per questo Consiglio per tanti mesi, in quanto, per non alimentare un evidente conflitto di interessi, si è persino negata la esistenza nella sede comunale della documentazione relativa all’opera.
Difficile reperire in questa sede alcuni documenti. Si è dovuto ricorrere all’Ente Provincia, ritenuto Ente responsabile e non, come realmente è, ente attuatore.
Si è cercato di sanare un evidente conflitto di interessi, con l’intervento operoso del Segretario Comunale che, rispondendo all’ANAC, scrive di aver sollecitato formalmente l’Assessore a non mettersi in condizione di conflitto… per il futuro ovviamente, mentre l’Autorità chiedeva quali iniziative avesse intrapreso il Comune per evitare l’evidente conflitto, intendendo, ovviamente, a partire dalla data di conferimento della delega.
Oggetto misterioso per questo Consiglio, fatta eccezione per quanto emerso dalle polemiche di cui siamo stati attori e testimoni.
Eppure, nella sua relazione annuale del 2009/2010, testualmente dichiarava “siamo riusciti a fare appaltare all’U.R.E.G.A. i lavori per la realizzazione del frigo-macello”.
L’essere “riusciti a fare appaltare” ha il significato di piena assunzione della responsabilità, contrariamente a quanto sin qui sostenuto, cioè la responsabilità della Provincia, che per noi è solo l’ente attuatore.
Oggi parla apertamente del frigo macello, con la stessa enfasi del passato.
È un argomento che può entrare in questo Consiglio; se ne può discutere serenamente. Se ne può parlare, una volta sanato il problema, di cui sopra, con artifizi d’esperienza e di potere interno.
In merito alla variante citata, sig. Sindaco, avrebbe dovuto scrivere che trattasi di una ennesima variante che, pur nell’ambito della spesa generale, fa lievitare i costi per nuove spese di progettazione e gestione dei lavori. È logica conseguenza che quando si mette in opera un’altra idea si aggiungono nuovi costi.
Il problema vero è che la scadenza della consegna di questa “manna caduta dal cielo”, via via si allunga nel tempo. Doveva essere consegnato nel 2013, in ultimo al 31 dicembre, in realtà si allungano ancora i tempi.
Mi auguro che l’opera venga consegnata e ultimata a regola d’arte. Ma pare, a sentire chi ha avuto l’occasione di entrare all’interno, che così in realtà non sia.
Si riferiscono infiltrazioni d’acqua all’interno e una rifinitura non adeguata delle stalle i cui intonaci sembrano a rischio di scioglimento al primo contatto con l’acqua. Sarebbe opportuno che chi interessato intervenga in tempo.
Riferisce nella Sua, sig. Sindaco, di ritardi nella redazione di atti amministrativi relativi all’affidamento del servizio di gestione. Ritardi attribuiti al succedersi di vari commissari a capo dell’ex provincia. Ed è un fatto grave che ad oggi non si sia provveduto ad individuare i requisiti per la gestione.
Non si può pensare ad una consegna dell’opera senza i titolari della gestione. La struttura verrebbe smembrata in pochissimi giorni, senza adeguata custodia e senza responsabilità precise.
Il territorio, invero, si è mosso più velocemente del pubblico per concretizzare la forma più idonea di gestione, in linea con le motivazioni dell’ultima variante. Una gestione affidata certamente al privato; agli allevatori che si sono costituiti in cooperativa o ad altri soggetti privati che si vorranno proporre.
Si dovrà trovare una formula idonea che preveda anche l’intervento del pubblico, attraverso cui è possibile recepire finanziamenti ministeriali e comunitari, finalizzati, ad esempio, a strutture di sostegno del mattatoio, come un impianto a biomasse che alimenti autonomamente la struttura, utilizzando scarti e reflui.
È anche vero che è indispensabile nella gestione la presenza del territorio, degli allevatori in particolare, che sono i soggetti titolati a svuotare le fosse settiche dalle acque reflue per utilizzarle per fini di irrigazione e concimazione nei loro terreni.
Sarebbe, finalmente, ora che questo Consiglio e l’Amministrazione Comunale prendessero atto ufficialmente dell’esistenza del frigo macello e della sua importanza vitale per il nostro territorio, premendo affinché, nelle more di una auspicabile consegna per fine lavori, gli atti amministrativi per la gestione vengano esitati da chi ha competenza ed attuando ogni controllo per rendere alla comunità iblea un’opera efficiente e non la, già vista, cattedrale nel deserto.
Per far questo, il Consiglio è la sede ideale per dare e ricevere contributi utili alla definizione del piano amministrativo/gestionale e per informare la nostra comunità sulle grandi occasioni di sviluppo che un’opera del genere può determinare in un territorio.
Dalla Sua odierna sarebbe stato opportuno conoscere, ad esempio, nel settore agricoltura, che fine ha fatto, tra le altre citate nella seconda relazione 2009/2010, l’iniziativa “il mercato degli agricoltori” messa in campo con l’Unione e l’interesse apparente delle Amministrazioni, di cui per circa un ventennio lei è stata parte importante, attinente la variazione territoriale, con relativo contenzioso avviato col Comune di Noto.
La sua amministrazione è ancora disponibile a reggere il contenzioso e l’impegno, OVVERO farà cadere il tutto nel dimenticatoio?
Per restare in tema di artigianato e commercio, che fine ha fatto il dialogo aperto, nel tempo, con le 50 imprese riunitesi sotto la denominazione di Centro Commerciale Naturale Akrai o con le 20 del Consorzio dei ristoratori Akrai? Quali percorsi di sviluppo ha realizzato l’Amministrazione per favorire e sorreggere, nel tempo e in prospettiva, gli sforzi delle imprese tartassate sempre più da tassazioni crescenti e dagli effetti della crisi? Queste organizzazioni resistono ancora?
La sua odierna relazione è come la vecchia citata, meno corposa invero. Il frutto di un obbligo, un insieme di citazioni di quanto fatto o da fare. Nessuna programmazione di investimenti, anche a costo di sacrifici iniziali. Sacrifici che i Palazzolesi sarebbero disposti a subire, se condizionati a un futuro migliore per sé e per i propri figli.
AMBIENTE
Riferisce in altro punto del costituendo ARO.
Servizio importante perché si è realizzata una volontà di stare assieme e di lavorare per il bene comune. Un’occasione per realizzare e gestire un servizio in forma associativa fra i vari Comuni del nostro territorio.
Purtroppo l’attività sull’argomento gestione rifiuti si ferma lì.
L’ARO è sì un’occasione importante, ma per sua struttura ha, a mio avviso, uno spazio di operatività ristretto, definito solo per l’immediato futuro. Non guarda in prospettiva.
Può risolvere, sempre se sarà ben organizzato e gestito, i problemi di raccolta del presente e per alcuni anni. Un ristretto numero di anni.
Sempre se c’è volontà di farlo partire!
Non c’è, con esso, in materia di rifiuti, una visione politica in prospettiva. Non c’è una visione concreta, anche se iniziale, per una prospettiva di lungo termine.
Non si avvia politica dei Rifiuti Zero portata avanti da altri Comuni più lungimiranti, che hanno interesse per l’economia e la salute del territorio e che hanno capito come dai rifiuti può e deve nascere ricchezza, avviando concrete opportunità, anche lavorative, legate al riuso, al riciclaggio dei vari rifiuti e all’uso in agricoltura dell’umido.
Questo Comune è costretto a pagare e a far pagare profumatamente lo smaltimento, gravando su tutti i cittadini, ovviamente non morosi, per gli effetti di questa scelta unica senza programmazione a lungo termine.
Grave, se si pensa alla gestione della differenziata (cartoni, materiali pregiati quali alluminio e plastica).
Quelle che dovrebbero essere fonti di introito, non passano dalla lettura attenta del bilancio. Sono racchiuse in oscure convenzioni ed accordi rinnovati a scadenze semestrali. Impensabile che da tanta potenziale ricchezza il Comune non tragga giovamento, ma solo una compensazione dei costi. Il guadagno, incontrollato nei limiti, è della sola ditta convenzionata. Si continua a perpetrare, anche se in forma associata, una FORMA ANTIQUATA DI BARATTO.
Il Comune di Zafferana Etnea, Comune sotto i 10mila abitanti, da notizia appresa appena lunedì scorso da tv regionali, si è attestato sul 70% di differenziata, determinando un indotto occupazionale rilevante e un ritorno economico per le casse comunali, tramite il quale, l’Amministrazione ha proceduto ad una rivisitazione di quella politica impositiva che, ha trovato spazio in Comuni come il nostro, in maniera quasi esclusiva.
Parliamo, anche, della politica dei “Rifiuti Zero”, quella che alcuni Comuni hanno intrapreso raggiungendo percentuali anche superiori al 70% di differenziata, in anticipo sui tempi, rispetto alla scadenza del 2020.
Per Lei, Sindaco, la politica dei Rifiuti Zero è servita da passerella elettorale, organizzata da alcuni suoi amici, - finti oppositori - con un apposito e strumentale convegno. Non ha mancato nell’occasione di assentire al progetto “Rifiuti Zero”. Poi il silenzio. Oggi l’ARO che, ripeto, è una buona soluzione per l’oggi, ma non pienamente accettabile come soluzione definitiva e futura.
Il mio è un intervento di critica, ma vuole essere, soprattutto, un invito e uno stimolo a recepire la politica “Rifiuti Zero”, con una delibera di Giunta che esprima almeno la volontà di perseguire l’obiettivo e che avvii un percorso in cui si cominci a parlare il meno possibile di discariche e di differenziata in funzione di interessi privati. L’esempio di Zafferana non può non destare, almeno, una riflessione sul tema.
Considerato quanto l’Amministrazione si mostra solerte nel favorire gemellaggi con altri Comuni, se ne organizzi uno con Zafferana Etnea. Un gemellaggio finalizzato, aperto anche ad altri interessi; si invitino, nelle more, i suoi virtuosi amministratori in questa sede per conoscere come è avvenuto il miracolo.
Insistere sul conferimento prevalentemente in discarica, è dichiararsi vittima del sistema in voga oggi in Sicilia, fonte di elevati guadagni, ma il persistere, senza orientarsi diversamente, può essere inteso come connivenza ai forti interessi legati ai rifiuti e alle discariche, anche in assenza di un’adeguata normativa regionale.
Capisco che detta normativa regionale e l’operato in materia del Governo Regionale, di fatto, sono una difesa dell’attuale mercato dei rifiuti e degli affari che su essi si realizzano, ma un po’ di coraggio non guasta per difendere le idee ed i buoni progetti per un futuro economicamente migliore.
Per inciso, la sua relazione, tutta indirizzata a quanto di buono fatto, è carente di informazioni complete ad esempio sulla discarica di Timpa di Corvo.
Avrebbe dovuto comunicare nella sua relazione quali sono i problemi legati alla discarica di Timpa di Corvo, sottoposta recentemente a controllo ispettivo; avrebbe dovuto scrivere quali risposte ha dato il Comune a fronte di precisi rilievi, prescrizioni e contestazioni.
È un argomento delicatissimo, che avrebbe meritato maggiore attenzione, anche per evitare sospetti di mancato controllo e di carente gestione. 
Era auspicabile inserire nella relazione le parti positive ma anche quelle problematiche per una gestione comune nell’interesse pubblico.
Randagismo
Bene la sterilizzazione e il censimento dei randagi. Mi chiedo se siano in previsione altri generi di censimento, altre misure e se, intanto, esiste un piano di censimento.
Se si è pensato, ad esempio, ad una mappatura territoriale di Palazzolo, che coinvolga anche i territori extraurbani, in cui, a seguito di apposita ordinanza, si possa procedere ai dovuti controlli. Se sono stati risolti i problemi, precedentemente segnalati, nel quartiere Lenza.
Ed ancora, se il Comune si è attivato per le adozioni a distanza, dando seguito ad una disposizione del Prefetto del 2010, che invitava i comuni ad attrezzarsi in tal senso, prevedendo anche il trasferimento presso altri rifugi.
Mi chiedo come mai il Comune, a differenza di come avviene in altri comuni, non ha pensato di delegare le suddette azioni a qualcuna delle associazioni con cui abitualmente collabora.
POLITICHE ENERGETICHE
Bene qualsiasi iniziativa che veda il territorio e i suoi Comuni pianificare e realizzare assieme progetti ed iniziative da cui possono scaturire risparmi per le casse comunali. Tali sono l’ATS Obiettivo Zero e il PAES di cui si discute in questi giorni. C’è da capire bene il perché delle forti differenze relative ai consumi tra Comune e Comune. Bene i finanziamenti statali e regionali che potranno risolvere i problemi energetici delle scuole e degli impianti sportivi.
Occorre avere un piano completo che partendo dai consumi a carico delle casse comunali definisca i punti di criticità su cui incidere per un piano di serio risparmio.
LAVORI PUBBLICI, URBANISTICA, PROTEZIONE CIVILE E VIABILITÀ
Lavori Pubblici
UN ARGOMENTO, tralasciato nella sua relazione, così come altri di importanza vitale per il paese, è il completamento della rete di metanizzazione ed il servizio a tutta l’utenza richiedente.
Argomento tabù! Quasi archiviato da questa Amministrazione.
Il Comune ha sottoscritto una convenzione/contratto con la società che ha realizzato il servizio. Ha ceduto, ritengo gratuitamente, il suolo pubblico, ma non chiede conto degli impegni assunti dalla stessa, puntualmente e da tempo DISATTESI e non rispettati.
Trascura, per soddisfare gli utenti richiedenti, l’obbligo di sollecitare e costringere, se il caso, e lo è, la ditta ad investire con i guadagni e gli impegni di impresa.
Non si devono costringere i cittadini a realizzare lavori in proprio per consentire l’allaccio alla rete, pagando di tasca propria per lavori di competenza della ditta. Si mette in opera un potenziale mercato sotterraneo. Ed è su questo che la invito a vigilare e ad intervenire.
Obblighi la ditta al rispetto degli impegni sottoscritti.
Sig. Sindaco la invito a rileggere la convenzione e a far valer i diritti dei cittadini che lei rappresenta.
È superfluo aggiungere che il maggiore danno lo subiscono le aziende e le imprese non servite, gravate sempre più dalle spese di bollette elettriche.
Occorre disporre solleciti e termini ultimativi per la ditta concessionaria.
Nell’ambito dei LL.PP. non si ha più riscontro dei progetto relativo alla ripavimentazione piazza S. Michele e via Carlo Alberto (900mila euro).
Non si hanno notizie certe del Piano Particolareggiato e di quel progetto relativo al rilascio della concessione edilizia per la realizzazione di un complesso turistico con annesso campo da golf in contrada Bibbia, legato a una famosa e importante società (Elemata). Tutte opere di cui ha dato annuncio nelle sue relazioni annuali.
A riguardo del Palazzetto dello Sport, inaugurato, tempestivamente e forse troppo in fretta, a conclusione del suo precedente mandato, in prossimità della campagna elettorale del 2013, sorgono alcuni interrogativi.
Mi chiedo se l’opera, già affidata alle organizzazioni sportive del territorio che, a quanto pare, hanno provveduto, di tasca propria, all’acquisto delle attrezzature mancanti, ha finalmente ricevuto i dovuti collaudi degli impianti elettrico, antincendio e per tutto ciò che concerne la sicurezza e la tutela di utenti, spettatori e delle società stesse.
Urbanistica
Occorre, a tutela del territorio e del patrimonio abitativo, iniziare a pensare alla costituzione dell’Unità/nucleo antiabusivismo, approfittando della disponibilità espressa dai Comuni dell’Unione, anche da quelli che già avevano deliberato in merito.
È necessario un atto comune e condiviso, a tutela di tutto il territorio amministrato.
Sig. Sindaco, accanto alle iniziative che ha citato, è necessario porre idonei strumenti di controllo e di tutela della unicità del nostro territorio. È da tempo che insistiamo sul tema. Non per capriccio, ma per necessità. Sono insufficienti gli strumenti attuali.
Altro punto che scaturisce dagli ultimi eventi e che attiene ai LL.PP. e Urbanistica è la situazione che si è venuta a creare nella notte di fine anno.
Una forte nevicata ha bloccato strade del paese ed in particolare via Colleorbo, nel punto   dove questa Amministrazione ha allocato il PTA. Confermo allocato, per sua forte responsabilità, grazie a proprie autorizzazioni, nonché grazie al silenzio, su quella che appare la meno idonea delle soluzioni per una struttura sanitaria adibita a pubblico servizio.
C’è da chiedersi per quale motivo questo paese debba continuare a soffrire per scelte inappropriate, per non dire interessate; c’è da chiedersi, ancora oggi, alla luce di quanto successo, a causa di un semplice evento atmosferico, quali interessi ha difeso il consenso su questa allocazione assurda.
Nell’occasione abbiamo chiesto, come Gruppo, la costituzione di una Commissione di inchiesta su quanto operato e di pertinenza comunale. Rinnovo e rinnoveremo questa richiesta nelle forme previste.
Alla critica associo una proposta, con la speranza che si trovino le risorse necessarie, ricavandole, se necessario, dalle tante spese inutili, a volte clientelari (es. contributi ad improbabili associazioni “Museo”).
La proposta. Esistono sul mercato dei meccanismi atti a registrare la temperatura esterna ed in condizione di inibire o limitare il traffico veicolare al raggiungimento di una bassa temperatura fonte di potenziale ghiaccio o neve. È il caso di Colleorbo dove hanno sede i servizi resi dal PTA.
Protezione Civile
Bene che un settore così importante goda del sostegno dell’Amministrazione e di iniziative che aumentino la qualità del servizio di protezione.
Occorre tuttavia, per mantenere condizioni consone al servizio da realizzare, senza frapporre ulteriori tentennamenti e ritardi, un Piano della viabilità serio e concreto, non solo parole e promesse. È da tantissimo tempo che non si interviene in merito. Le premialità di cui godono alcuni uffici e i loro dirigenti siano vincolate alla realizzazione di obiettivi certi, di progetti concreti e realizzati, non teorici e di volta in volta proiettati in un futuro sempre flessibile, in difetto.
L’assenza di un piano della viabilità può pregiudicare ogni intervento di protezione civile, delle ambulanze e del pronto soccorso in genere.
Il persistere di una carenza ha precise responsabilità, anche se dovesse trattarsi di mancata assistenza per una sola persona. Non può essere sopportata tanta leggerezza!  
Vigili, sig. Sindaco, sulle proposte e sulla realizzazione di progetti che, alla prova pratica, non funzionano, nemmeno per breve tempo.
È il caso dei dissuasori di transito posti sul corso Vittorio Emanuele e in via Duca d’Aosta.
Qual è, mi chiedo e le chiedo, il senso di una spesa di cui nessuno ha visto i risultati, se non quello di avere assecondato il capriccio di qualche “navigatore internettiano”, felice di aver fatto una bella scoperta? Il risultato è quello che tali strumenti di supposta grande tecnologia puntualmente vengono coperti e sostituiti dalle vecchie e sempre funzionali transenne. Non c’era bisogno di questa spesa, in ogni caso rilevante, visti i risultati e considerati i tempi di crisi.
Lei, Sindaco, si era impegnato, in una seduta del Consiglio, a renderli funzionanti e funzionali (si aspettavano - disse -  le telecamere, ecc.)
Dimentichiamo la promessa, una delle tanti non attuate (es. recinzione terreni privati confinanti con strade pubbliche), ma almeno riferisca, in questa sede, in piena verità, su chi ha presentato il progetto, quanto si è speso per la progettazione, per l’impianto, per eventuali tentativi di riparazione, per il collaudo. Interventi tutti per ottenere il nulla. Il nulla e per di più pagato e, possibilmente strapagato, premialità comprese.
Resta da chiedersi come siano possibili errori di questa portata senza commenti ed interventi da parte dell’Amministrazione.
Se vuole, ripeto, dica quanto è costato ai cittadini il soddisfare il desiderio di chi ha avuto la bella pensata di proporli e di impiantarli.
Viabilità
Siamo ancora alle premesse per la realizzazione del piano di viabilità. Bene. Finalmente! Speriamo che sia la volta buona.
Ovviamente se trattasi di un progetto in cui siano indicati i tempi di definizione, con inizio e fine dell’iter di completamento. Altrimenti siamo alle solite. Parole, promesse ed impegni disattesi.
Lei, Sindaco, fra le altre, ha anche questa grande responsabilità: quella di far sì che il Piano della viabilità sia esitato in tempi brevi, soprattutto perché fondamentale, come detto, ad eventuali e, sempre scongiurabili, interventi di Protezione Civile.
Senza un piano della viabilità del centro abitato non può trovare piena applicazione il Piano comunale di Protezione Civile.
Sulla S.P. 23 Palazzolo – Giarratana, altro argomento evidenziato nella sua, è da tempo ormai incalcolabile che si continua a prospettare il regolare rispristino della viabilità. Si è individuato il Dipartimento Reg.le della Protezione civile come soggetto responsabile, titolato a gestire i fondi europei della programmazione 2007/2013.
È la speranza. Non so sinceramente come si possano spendere soldi di una programmazione scaduta. Probabilmente è possibile farlo, in un mondo in continuo ritardo, in cui la prevenzione è un optional.
Sulle azioni clamorose di protesta, assieme ai residenti e agli agricoltori della zona interessata, non c’è nulla da aspettare. Decida il giorno quando indossare la fascia. Personalmente la seguirò, con la Giunta, con i consiglieri disponibili e con quanti interessati per un presidio sul posto. Non so quali altri fatti eclatanti abbia in mente, se non un intervento diretto ed immediato.
Invero la sua disponibilità, per il rilievo che la carica Le conferisce, non può restare inascoltata o soltanto sulla carta.
Approfittiamone per l’interesse comune.
BILANCIO, FINANZE E TRIBUTI
Si potrebbe liquidare il punto riaffermando quanto sostenuto dal Gruppo di opposizione in un manifesto di qualche mese fa. Imposizioni e tributi ai massimi livelli con il fine – dichiarato nella sua relazione – di “continuare a consentire il pagamento, puntualmente, degli stipendi ai dipendenti ed i mutui alla Cassa Depositi e Prestiti, di assicurare i servizi primari e di realizzare le attività tradizionali…”.
Troppo poco, anche se importante. Non c’è una percentuale, benché minima, destinata o che possa far pensare ad investimenti tendenti allo sviluppo ed all’occupazione. Nemmeno elementi quantomeno funzionali al mantenimento della occupazione stessa.
Si è realizzata, a leggerla, solo una gestione ordinaria, che non ha bisogno della politica e di un’Amministrazione. Ripeto: che non ha bisogno della politica e di un’Amministrazione!
Per quello che lei ha indicato e dice di aver realizzato, bastano dei buoni tecnici, di cui, tra l’altro, il Comune indubbiamente dispone. Anzi può vantare ottimi tecnici, in particolare, nel settore finanziario.
E poi, nel merito, non è la prima volta che scrive o lamenta di non meglio definite difficoltà determinate da tagli dello Stato/Governo Nazionale e da ritardi nel trasferimento di risorse anche da parte della Regione.
Entrambi, guarda caso, guidati da Presidenti, esponenti di grido della stessa parte politica. Farebbe pensare ad una sua avversione, di natura politica, nei confronti dei due massimi rappresentanti, nazionale e regionale, e dell’area politica dagli stessi rappresentata.
Non so come lo possano consentire i rappresentanti presenti in questo Consiglio, senza invitarla a verificare, eventuali, per me certe, responsabilità locali della sua Amministrazione.
Non parla mai del livello locale, dà la responsabilità delle inefficienze e delle difficoltà solo allo Stato e alla Regione. Un minimo di autocritica le farebbe certamente bene.
Se la colpa è attribuibile, esclusivamente, ai tagli o ai ritardi, anche gli altri Comuni di dimensioni simili a Palazzolo sarebbero nelle stesse condizioni.
Esistono Comuni che stanno peggio, vicini al tracollo (es. Avola), Comuni come Palazzolo che si lamentano sempre e, via via Comuni, invece, virtuosi, che tendono a ridurre le imposizioni fino ad eliminarle, in alcuni casi. Ho citato un caso, precedentemente.
Non ha mai attribuito le difficoltà ad errori di gestione interna. Ammissione, se fatta, da non contestare per sé stessa. Ammettere qualche errore non sarebbe una tragedia. L’importante è riprendere la corsa sui binari.
Dà l’impressione, sig. Sindaco, che la sua Amministrazione conti essenzialmente sui trasferimenti dei fondi statali e regionali, su qualche opportunità offerta da risorse europee, ma non su una progettazione seria e su investimenti finalizzati allo sviluppo.
Così è costretto ad esprimere e confermare le difficoltà al primo ritardo.
Nessuna iniziativa, nel contempo, per creare dei sistemi di compensazione che possano attenuare, nelle more, gli effetti dei ritardi o dei tagli, tramite reperimento di risorse alternative derivanti dalla valorizzazione delle ricchezze del territorio.
SERVIZI SOCIALI
La sua vecchia relazione era testimonianza di un pullulare di interventi. Quella odierna è più scarna e meno entusiasmante.
L’area dei servizi sociali è, invero, tra le più colpite dalla politica dei tagli lineari. I più deboli sono diventati sempre più dei numeri, indipendentemente dalle loro condizioni e dai loro bisogni. Sono costretti a fare i conti con i numeri.
Rappresenta, nella Sua, le difficoltà nel rendere il servizio di assistenza ai richiedenti. Certamente difficile mantenere gli standard del passato per i citati tagli o mancati trasferimenti. Ma si può dare un forte sostegno al settore assistenza e disabilità con una progettazione diretta all’utilizzo dei fondi disponibili, in particolare a livello europeo.
Per creare nuovi servizi, ma soprattutto strutture di accoglienza e programmi di accesso, fra gli altri, alle strutture comunali. Ripensare ed attuare la proposta del “dopo di noi” per i diversamente abili, rendere accessibili gli uffici comunali, ad es. gli uffici della Polizia Municipale, che non godono di scivoli o pedane idonei all’accesso.
Ho approfondito il tema. Anni fa si è provveduto al rifacimento della piazza antistante; si restrinse via Nazionale nel suo imbocco alla piazza creando delle piazzole più ampie dei marciapiedi, utilizzate prevalentemente per fini privati; si promisero accessi per i disabili al Comando della P.M.
Ecco, comprendo le difficoltà nel fornire i servizi ai più deboli, ma sono convinto che con più attenzione e con poca spesa il servizio appena citato può essere dato.
La sua precedente Amministrazione, in tema servizi, lasciò cadere un progetto SPRAR per i richiedenti asilo e rifugiati politici. Un finanziamento rilevante del Ministero non fu utilizzato dal nostro Comune. Sui motivi stendiamo un velo pietoso. Ora fra i cittadini c’è il sospetto e il timore che possa essere il privato a gestire l’accoglienza, adattando strutture non idonee con procedure del tipo di quelle utilizzate per il PTA.
CANTIERI
L’unica fonte di lavoro, certa, in questo paese, è costituita dai cantieri, che in molti casi sono finanziati dalla Regione e quindi soggetti a ritardi nei finanziamenti. Poca cosa per ritenere di perseguire una politica del lavoro e per il lavoro.
POLITICHE GIOVANILI
Riguardo alla ex Consulta per le Politiche Giovanili, si conferma quanto rilevato in altre sedi.
Probabilmente l’organo ha risentito di un mancato ricambio generazionale, dovuto all’uscita di alcuni componenti per ragioni personali, di studio, di lavoro o per raggiunti limiti di età.
A ciò va sicuramente aggiunta la progressiva scomparsa delle rappresentanze associative, parrocchiali e scolastiche, chiamate, in origine, all’apporto di contributi, spesso decisivi, sia ai fini della propositività, che della partecipazione.
Risconosco, eppure, il merito, agli organi della ex Consulta per le Politiche Giovanili ed alle associazioni che con essa hanno fittamente collaborato, quali ad esempio la rete associativa Giosef, di essere riusciti ugualmente a realizzare progetti, spesso eccellenti nella qualità e nel coinvolgimento di giovani e giovanissimi del territorio, riuscendo a sfruttare sia le esigue risorse disponibili, sia i contributi a tema dell’Unione Europea, anche meglio degli stessi Amministratori.
Auspico, come già detto in precedenza, che la neo istituita Consulta dei Giovani, possa segnare un nuovo inizio per la partecipazione e l’attivismo giovanile del nostro territorio.
Tuttavia, è necessario far notare, che le Politiche Giovanili non possono essere concepite esclusivamente come “in delega” alla Consulta.
Dal Suo intervento, infatti, mancano del tutto le iniziative proprie della stessa Amministrazione, che prevede, all’interno della sua Giunta, proprio la delega sul tema, che, per forza di cose, non può certo essere conferita ai vari Presidenti pro-tempore della Consulta stessa.
TURISMO E BENI CULTURALI
Turismo
Sul Turismo e Beni Culturali vale quanto già riferito in altre occasioni e, in questo stesso documento, su altri temi.
L’assenza di programmazione seria si fa sempre sentire e probabilmente influisce anche nella ripartizione dei costi per i vari eventi, con le risorse limitate di cui il Comune, notoriamente, dispone.
Ribadisco, ancora una volta, il concetto che una programmazione seria, almeno di base, va intrapresa anticipando almeno di un anno gli eventi stessi, al fine di poterli realizzare al dettaglio, consentendo pure la ricerca e il sollecito di ulteriori finanziamenti per le singole manifestazioni.
Per un Comune che vuole valorizzare (a sentire i giornali) la propria vocazione turistica, non si può pensare ad una programmazione dell’ultimo minuto, con programmi natalizi in uscita il 20 dicembre e con quelli estivi da fine luglio, includenti tra l’altro manifestazioni già avvenute, nonché le feste religiose che, per fortuna, non sono realmente programmate e gestite dal Comune
I cittadini, da anni, ormai sono coscienti dei bluff che viene inseriti ad ogni programmazione!
Si inseriscono gli eventi pregressi, per far numero, e anche quelli al di fuori del periodo considerato. Si inseriscono, appunto, anche le festività religiose che, pur ricevendo dal Comune solo un piccolo contributo, godono di un’organizzazione degna, autonoma e a lungo termine, a differenza di quella comunale. Le feste religiose sono il frutto del sacrificio e della passione dei rispettivi comitati. Per fortuna, c’è da aggiungere…
Al netto dei bluff i risultati sono alquanto scarni e spesso risentono del “rattoppo” dell’ultim’ora.
Inoltre, si registra sempre il solito modus operandi, con iniziative e progetti spesso dovuti più alle necessità di chi le propone che ad una idea o linea programmatica dell’Amministrazione.
L’ultimo esempio è il Natale 2014, di cui si è già ampiamente discusso, in cui si è preferito l’affidamento a due associazioni concorrenti di un progetto analogo, piuttosto che spingerle ad un'unica e più imponente manifestazione. Nessuno ha pensato a riunire i progetti. Cosa fattibile se attuata nell’ambito di una programmazione a lungo tempo, non last minute.
Nessuno ha osato smuovere i campanilismi. Inciderebbe sul consenso. Meglio dividere che unire. Semplicemente: incapacità di far politica! Per realizzare quello che si è fatto, come detto, bastavano i responsabili tecnici del Comune e l’iniziativa di cittadini volenterosi, anche se, purtroppo, condannati a restare divisi.
L’Amministratore non agisce con quel criterio del “buon padre di famiglia”, che dovrebbe essere il riferimento di ogni Comune virtuoso, con l’ottimizzazione delle risorse ed in parallelo, la ricerca di un risultato qualitativamente il più alto possibile.
Ad esempio, una parte delle risorse che l’Amministrazione elargisce generosamente e per noi, inopportunamente, potrebbe essere destinato per dotare Palazzolo Acreide di materiale informativo degno del suo nome, in sostituzione delle fotocopie sbiadite che si ha il coraggio di dare ai turisti.
Perché se si vuole “investire sulla vocazione turistica” è necessario partire dai fondamentali, ovvero dal modo in cui questo paese viene presentato ai visitatori e dal modo in cui li si accoglie.
Ometto, volutamente, di citare l’Agrimontana, pur riconoscendo l’ottimo risultato di quest’ultima, dovuta anche alla fitta collaborazione tra le parti coinvolte e ad una condizione climatica più che favorevole.
Così come voglio, per il momento, tralasciare il Carnevale, la più importante manifestazione cittadina al netto delle feste religiose, non senza rilevare un atteggiamento, da parte amministrativa, volto più a tentare di salvare il salvabile e con tutti i mezzi possibili, piuttosto che a riflettere su un profondo recupero delle tradizioni e della qualità della manifestazione in sé. Ci saranno presto altre occasioni per approfondire.
Beni Culturali
Di certo, accolgo con gioia l’apertura del Museo Archeologico “Gabriele Judica” (questa l’attribuzione risultante dalle didascalie interne ad esso), atteso, come scritto nella relazione, da una cinquantina d’anni, che si aggiunge all’altro Museo regionale di cui è dotata la nostra comunità, la Casa Museo di Antonino Uccello, e all’area archeologica di Akrai, come fenomeno importante di attrattiva per la nostra cittadina.
Per una volta tanto, si tratta di un beneficio che la nostra comunità riceve grazie alla Regione, di cui l’intera Amministrazione fa bene a rallegrarsi, un po’ meno ad intestarsene, eventualmente, la paternità.
Auspico che le risorse culturali presenti possano essere valorizzate al meglio.
Ad esempio, colgo l’occasione per chiedere all’Amministrazione di sollecitare, anche a riscontro di quanto dichiarato durante l’inaugurazione dall’Assessore Regionale, una migliore fruizione dei siti regionali, magari privilegiando i fine settimana e i giorni festivi, in contrasto all’attuale apertura part-time, che costringe parecchi visitatori, arrivati nella fascia oraria sbagliata, a tornare a casa senza aver visto nulla.
L’auspicio è che questa Amministrazione, pur “incolore”, voglia andare a “battere i pugni” dove serve, per valorizzare al meglio il proprio patrimonio culturale.
Nello stesso tempo mi auguro un ritorno alla ragione da parte degli Amministratori che frettolosamente, all’inizio dello scorso anno, hanno approvato le lottizzazioni nelle aree adiacenti l’area archeologica.
I Beni Culturali sono un patrimonio di tutta la comunità, una possibile fonte di ricchezza, che non merita di essere svenduto per cementificazioni legate a meri interessi clientelari.
Ben vengano tutti i riconoscimenti che questa comunità continua a ricevere, dal marchio UNESCO all’ammissione nell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, a patto che si voglia davvero trasformarli nel fulcro di una effettiva promozione del territorio e della sua tutela sul piano ambientale ed edilizio.
Nella relazione si cita anche il Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani. Si tratta di una manifestazione che dovrebbe, già da sola, dar lustro alla nostra comunità, unitamente ad un forte introito economico, nata dalla lungimiranza di un’Amministrazione che non gode probabilmente di grande considerazione da parte della attuale maggioranza, di quelle precedenti e di ambienti politici che si sentono vicini a questa Amministrazione.
Eppure ogni anno si assiste ad una manifestazione con funzioni esclusivamente “di supporto” a quella del capoluogo siracusano. Giovani, da tutto il mondo, ma anche dalla nostra comunità, che dopo mesi di preparazione e sacrificio si trovano ad esibirsi di fronte a spettatori immobili: le pietre, che non sentono, non ascoltano e non li possono certo apprezzare.
Gli studenti restano per una “toccata e fuga”, sottratti dall’ente organizzatore e gestore del Festival, e dirottati a Siracusa.
Spesso la presenza, al di fuori del Teatro, di questo evento internazionale è impalpabile e anche deprimente, vista anche l’incapacità amministrativa di corredarlo con l’organizzazione di manifestazioni collaterali, corollario ed attrattiva in costanza dell’evento.
Non menziono volutamente, il, da lei, citato Museo dei Viaggiatori in Sicilia, la cui effettiva utilità, tra costi e ricavi, per questo ente, è ancora tutta da dimostrare ed anzi, lascia pensare, ad un mantenimento per esclusive finalità clientelari, legate ad accordi passati.
Le ricordo, invece, che nel territorio palazzolese esiste anche un altro museo, il Museo dell’Informatica Funzionante, conosciuto anche all’estero per la sua quasi unicità, ma ignorato da parte della cittadinanza, Amministrazione in primis, che non ha mai pensato di citarlo nemmeno nella cartellonistica.
Oggi la prospettiva per questa struttura, sostenuta solo grazie al volontariato, è quella di emigrare presso città e luoghi più accoglienti, privando il nostro territorio di un’importante risorsa culturale e formativa.
CONCLUSIONI
Il filo conduttore di un anno (e mezzo) di attività amministrativa è quello che è risultato oggetto di ripetute e frequenti contestazioni.
L’attività amministrativa, salvo qualche casualità, ha trovato fondamento essenzialmente sull’improvvisazione in gran parte dei settori chiave, quali quello del sociale, ma anche in quelli su cui l’economia del territorio dovrebbe basarsi per risollevarsi, ovvero l’agricoltura, il commercio, il turismo e i beni culturali. In altri è quasi impalpabile, vedasi le politiche giovanili.
Spesso l’Amministrazione vanta come suoi risultati acquisiti, opere o progetti di pertinenza esterna, come nel caso del Museo Archeologico o del costruendo Frigo Macello.
Attribuisce la propria incapacità operativa ai ritardi nell’erogazione di fondi da parte degli enti superiori, nascondendo l’inoperatività locale nello studio e nella realizzazione di progetti finalizzati all’autosostentamento, anche parziale.
Frequente è la prevalenza della logica clientelare, rispetto a quella collettiva, e di ciò, indubbiamente, risente anche la distribuzione delle varie risorse.
I disagi delle imprese locali, spesso vittime dell’inoperosità amministrativa (vedasi metanizzazione), le loro difficoltà, non vengono nemmeno citate.
Non c’è spazio neppure per l’imprenditoria giovanile, verso la quale, non si pensa nemmeno di ipotizzare una sorta di agevolazioni fiscali, per favorirne l’avvio e la crescita, ma soprattutto, per trattenere quei giovani che sognano un futuro nel nostro territorio.
Quando si sceglie di amministrare improvvisando, pensando più all’interesse particolare, a tener buoni i portatori d’acqua, all’interesse di pochi piuttosto che a quello della collettività, la prospettiva per una comunità, già in crisi profonda per fattori esterni, non può certo dirsi esaltante.
Palazzolo Acreide, 22 gennaio 2015

Fabio Fancello

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